UNA FOTO AL GIORNO: MATTINA



MATTINA

M'illumino
d'immenso


             Giuseppe Ungaretti



Il 26 gennaio 1917, Giuseppe Ungaretti compose una delle poesie più famose di tutta la Letteratura Italiana.
La scrisse a Santa Maria la Longa, mentre vestiva i panni di un soldato (era un fante) della Prima Guerra Mondiale.

Quasi tutti i manuali di Letteratura Italiana, per parafrasare questi versi, fanno riferimento ad un senso assoluto di pienezza e di apertura verso l'esterno nel momento in cui l'uomo si sente in sintonia con l'universo che lo circonda, indipendentemente dalle inquietudini che attanagliano il suo animo. E molto altro ancora si potrebbe dire, ma non è certo la sede adatta per farlo.

Io comunque, ogni volta che mi ritrovo a leggere questa poesia (che secondo me è una delle più belle e incisive di tutto il Novecento), ricordo la mamma di due mie care amiche, che era professoressa di Lettere alle scuole medie inferiori e che un giorno, quando le dissi che volevo iscrivermi al Liceo Classico, mi raccontò che lei dovette fare un tema su quella lirica, dovette cioè  raccontare un mondo parafrasando due soli versi. 
Mi parlò di questo episodio della sua vita per spiegarmi in cosa consistevano gli studi superiori e in pratica, con quel breve ma incisivo racconto,  mi insegnò a sfidare il mondo e i suoi limiti. E sì, perché io allora non sapevo assolutamente cosa mai avrei potuto scrivere su una poesia di due soli versi, ma mi venne voglia di riuscirci.
Lei non la vedo da moltissimi anni, ma le sue figlie, che sono ancora oggi due mie care amiche, mi dicono che è in ottima forma e la scorsa estate, con una di loro, ho rispolverato questo episodio e ci siamo entrambe illuminate, non d'immenso, ma di un gioioso sorriso.

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