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Visualizzazione dei post da aprile, 2011

Una foto al giorno: sans titre

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  Dinnanzi ad un simile orizzonte tutto sembra possibile http://www.youtube.com/watch?v=fd_nopTFuZA

Una foto al giorno: pomeriggi estivi

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I pomeriggi estivi, in città. Un libro, un gin tonic, una sigaretta, anzi, una Muratti, un po' di musica e nessun ricordo. La solitudine me la tengo stretta. Il colore? Non c'è, la solitudine non ha colore: muta secondo gli stati d'animo.

Una foto al giorno: solitudini metropolitane

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     "Le città, come i sogni, sono costruite di desideri e di paure". Questa frase di Italo Calvino accompagna la mia vita di torinese trapiantata a Roma. L'urbe, la caput mundi -per una provinciale come me-  appena giunta qui era una metropoli ma poi è diventata solo una città e nemmeno delle più tentacolari. In fondo, a guardarla bene Roma cos'è? Una somma di tante borgate. Prendiamo Trastevere, per esempio: è un paesone dove, di giorno, tutti conoscono tutti. Ci si sente più a casa, meno soli, forse. Finché non piomba la notte.  Lo stesso si può dire per Monte Verde vecchio o San Lorenzo. I sogni col tempo sono quasi tutti spariti, di sicuro si sono diluiti, schiariti, quasi dissolti. Le paure, ovviamente, restano e fanno compagnia alle inquietudini, quelle che nascono dal sentirsi sempre più isolati in mezzo alla gente, ai rumori, al traffico. Quelle che ti seguono quando entri in una rosticceria per comprarti una cena già pronta da riscaldare al micr

"ROMA, VIA FONTEIANA 86, QUI PASOLINI HA SCRITTO 'LE CENERI DI GRAMSCI'"

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Fotografie di Monica Cillario e testi di Fulvio Abbate  Scrive Fulvio Abbate: “Via Fonteiana, vista con gli occhi del presente, è una strada per ceti medi. Era invece il 1955 quando lo scrittore Pier Paolo Pasolini e sua madre Susanna Colussi, insegnante, presero a cercare un affitto, qualcosa di “decoroso”. Lo trovarono appunto al civico 86 di via Fonteiana, ... fra piazza Ottavilla e piazza Fonteiana, poco prima della discesa ulteriore di via Abate Ugone, la borgata di Donna Olimpia, dove, fra l’altro, si svolge il romanzo “Ragazzi di vita”. Un parallelepipedo intonacato d’ocra, senza particolari segni di estro architettonico, eppure dall’ingresso spazioso, luminoso, nel quale la famiglia Pasolini poté prendere subito posto. Un vecchio quaderno delle elementari mostra i cognomi degli inquilini freschi allora di contratto: in corrispondenza del quarto piano, accanto al numero dell’interno 26, appaiono le generalità di “Pasolini Carlo Alberto”, il padre dello scrittore,

Una foto al giorno

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Beaudelaire, i gatti, le sue poesie “sul” gatto,  "il gatto" per eccellenza. Viens, mon beau chat, sur mon coeur amoureux; Retiens les griffes de ta patte, Et laisse-moi plonger dans tes beaux yeaux, Melés de métal et d’agate. (Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato, ritira le unghie nelle zampe, lasciami sprofondare nei tuoi occhi in cui l’agata si mescola al metallo)   Sono versi che molti di noi sicuramente ricordano. La mente prende il volo e mi porta ad un amore onnipresente nella memoria dell’anima  ma ormai lontano e perso per sempre. Gatto e amore, inteso come essere amato,  è un’associazione che  mi nasce spontanemante da quando ho imparato cosa significa amare, amare qualcuno sapendo che non ti apparterrà mai completamente, così come il gatto non appartiene mai interamente al proprio  "padrone"  né pretende che il padrone gli appartenga totalmente. C’è un che di tristemente meraviglioso in questa sensazione. Il quadro alle spalle m

La fotografia è morta?

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http://www.osservatoriodigitale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=548:28-osservatrice-romana&catid=32:osservatrice-romana&Itemid=38