UNA FOTO AL GIORNO: IN QUESTI GIORNI HO VISTO LA TRISTEZZA




In questi giorni ho visto la tristezza negli occhi di un animale: era un cavallo costretto a stare tutto il giorno in parte legato al cancello di una chiesa e in parte a tenere in groppa bambini chiassosi per fargli fare il giro della piazza. Se ne stava lì, fra le grida dei bimbi e il frastuono del traffico della strada vicina e i suoi occhi erano tristissimi; forse sognava una stalla calda in cui starsene in santa pace a ruminare fieno fresco e profumato (e chissà mai se lo ha avuto tutto questo in vita sua).



In questi giorni ho anche sentito il dolore, straziante, di un'aragosta. 
Siete stati al supermercato nei giorni scorsi? 
Io, purtroppo, sì e ad un certo punto, al reparto pesce, ho sentito come un richiamo (non prendetemi per matta, oppure sì, prendetemi pure per matta, che tanto me ne frego); quel richiamo mi ha fatto voltare la testa e il mio sguardo è andato dritto ad un'aragosta che era adagiata sul ghiaccio ma era viva e muoveva all'impazzata le sue antenne e... schiumava, schiumava bolliccine bianche a profusione (ma le aragoste non dovrebbero esser tenute in una vasca? perché fuori dall'acqua muoiono e muoiono male, agonizzando, mi son detta osservando quella povera creatura; poi ho pensato alla morte atroce che viene loro inferta  quando finiscono vive nell'acqua bollente... io sono quasi vent'anni che non mangio un'aragosta e quando l'ho mangiata era già morta, era un'aragosta congelata, ma anche così ho giurato a me stessa: mai più! e mai più è stato).
In questi giorni i supermercati son tutti un grido di dolore e di energie fortemente negative, date dall'entropia delle persone che girano stressatissime con i loro carrelli della spesa carichi dei bottini per i cenoni vari, ma date anche dalla sofferenza degli animali morti. 
Blocchi di fois gras  ovunque (ma sapete quanto soffre un'oca per produrre quel fottuto pezzo di paté fatto con il suo povero fegato?!).
Zamponi di maiale che escon fuori da ogni dove (ho visto un video di come li uccidono quei poveri maiali ... per non parlare di come li allevano per farli ingrassare e di come trattano le mamma con i loro piccoli).
Ma perché noi umani (umani o umanoidi?) dobbiamo far soffrire degli esseri viventi che sentono, eccome se sentono, il dolore e provano persino dell'affetto nei nostri confronti se li prendiamo con noi (pensate ai maiali che alcuni hanno deciso di tenere in famiglia e che si comportano come fanno i nostri cani, ad esempio, ma lo stesso potrei dire dei polli, dei conigli e persino delle aragoste, o delle lumache, che sicuramente il dolore di cuocere vive nell'acqua bollente lo sentono tutto); ecco, dicevo, perché noi dobbiamo far festa e riempirci il ventre con la sofferenza di creature innocenti?
Sì, lo so, nel mondo ci sono anche uomini, donne e bambini che soffrono, ma io infatti sto male anche per loro; questo però non mi impedisce di sentire  il dolore degli altri esseri viventi, il dolore degli animali.
Quanta ipocrisia nelle nostre feste, a cominciare dalle nostre tavole.
Io questa sera, lenticchie, ma niente zampone o cotechino.




© Monica Cillario

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