UNA FOTO AL GIORNO: CARNEVALE A NIZZA


Il re dell'Energia è il re del Carnevale di Nizza 2017

Le origini del Carnevale di Nizza ci riportano al Medioevo: a quell'epoca i nizzardi si abbuffavano con una cucina ricca e abbondante, prima di digiunare durante la Quaresima.
Era un periodo di feste con balli, maschere, spettacoli di divertimento vario e tutti si prendevano gioco di tutti e facevano scherzi salaci, nascosti dietro delle maschere e dei travestimenti. 
Era anche il periodo in cui il popolino poteva illudersi di valere qualcosa di più del misero sacco di stracci che portava addosso, perché, sempre grazie ai costumi, ci si trasformava in quello che non  si era ma si desiderava essere, per un periodo di tempo breve ma intenso, fino al Martedí Grasso. Poi, il mercoledì successivo, ci si cospargeva il capo di cenere e iniziavano i 40 giorni di penitenza e di magra.
Uno dei primi accenni al carnevale nizzardo risale al 1294: una cronaca dell'epoca segnala che, durante il suo soggiorno a Nizza,  Carlo d'Angió, conte di Provenza,  disse di aver trascorso delle giornate molto divertenti durante il Carnevale.
Il primo corteo di carri venne fatto sfilare nel 1830, in onore di Carlo Felice e di Maria Cristina, sovrani di Piemonte e Sardegna.
A partire dal 1873, un certo Andriot Saëtone, nizzardo, fondó il "Comitato delle Feste" che, sotto il patronato del Comune, si incaricò di organizzare tutto il periodo festivo del Carnevale, con sfilate di carri, tribune a pagamento allestite per vedere i carri comodamente seduti, insomma, tutta una messa in scena organizzata ad arte.
Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, il Carnevale, per diversi anni non potè svolgersi, per ovvi motivi. 
Nel 1991, il Carnevale doveva essere presieduto dal Re dei Folli, ma la Guerra del Golfo, impedì che si svolgessero i festeggiamenti.
Quest'anno il Carnevale 2017 ha come sovrano il Re dell'Energia, ma, un po' per la tristezza dei recenti attentati e un po' per la paura di altri atti terroristici, è iniziato sottotono e con meno partecipazione di nizzardi e di turisti.



Personalmente il Carnevale mi ha sempre messo tristezza e l'ho sempre trovato una celebrazione della decadenza e quindi l'unico Carnevale che mi piace è quello di Venezia, perché, se decadenza dev'essere, che almeno lo sia in grande stile. Alcuni amici del posto mi hanno però detto che anche a Venezia il carnevale non è più quello di una volta:  abiti e maschere  non sono praticamente più quelli delle sartorie veneziane, ma sono patacche cinesi. Se così fosse, allora non solo non c'è più religione, non ci sono più le stagioni, eccetera, eccetera, ma non c'è nemmeno più la decadenza con un certo stile. Peccato.




©Monica Cillario

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