UNA FOTO AL GIORNO: PRIMO LEVI O LA TRAGEDIA DI UN OTTIMISTA



"Quando lavorava alla SIVA, Primo Levi amava intrattenersi con Renato Portesi, un chimico del suo laboratorio, sui libri che aveva letto. Un giorno, Levi disse a Portesi che pensava spesso a una poesia di T.S. Eliot, scritta nel 1921 e appartenente alla raccolta La terra desolata. Senza dubbio ignorava che Eliot era decisamente antisemita e aveva posto l'antisemitismo al servizio della sua arte, come nella celebre poesia "Burbank whit a Baedeker: Bleistein with a cigar", nella quale si può leggere: "Le razze sono i piloni del ponte, l'ebreo è al di sotto di tutto questo".
I versi che Primo Levi recitava spesso a se stesso avevano per titolo "Il seppellimento dei morti"

Aprile è il mese più crudele, generando
Lillà dalla terra morta, mischiando
Memoria e desiderio, eccitando
Spente radici con pioggia di primavera.
(...) Che sono le radici che s'avvinghiano, che rami crescono
da queste pietrose rovine? Figlio dell'uomo,
tu non puoi dirlo, né indovinarlo, perché conosci soltanto
Un mucchio di immagini frante, dove il sole batte,
E l'albero morto non dà riparo, né il grillo sollievo,
e l'arida pietra non dà suono di acqua. Soltanto
C'è ombra sotto questa roccia rossa,
(Vieni all'ombra di questa roccia rossa)
E io ti mostrerò qualcosa di diverso
Sia dalla tua ombra che al mattino ti segue a gran passi
Che dalla tua ombra che a sera si leva a incontrarti;
Ti mostrerò la paura in un pugno di polvere.
(T.S. Eliot, La terra desolata, tradotto e curato da Alessandro Serpieri, Rizzoli 1982)



Brano tratto da: Myriam Anissimov, Primo Levi o la tragedia di un ottimista, Milano, Baldini e Castoldi, 2001)


Lessi questa biografia di Primo Levi diciassette anni fa, ma oggi -potrei dire per caso, se non fosse che son convintissima che il caso non esiste- mi è ricapitata fra le mani mentre cercavo un libro su uno scaffale della mia libreria e ho deciso di rileggerla. 
A distanza di anni mi rendo conto che anche il titolo è azzeccatissimo, perché un vecchio adagio dice che un suicida è un ottimista che ha perso il proprio ottimismo. 


© Monica Cillario






















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