UNA FOTO AL GIORNO: CERVO TI STREGA




Ci sono posti in cui vado per lavoro, ma ci sono luoghi in cui vado per lavoro e mi sembra di essere in vacanza; uno di questi è Cervo, in occasione della manifestazione "Cervo ti Strega".

Quest'anno mi ero persa la presentazione dei cinque candidati al Premio Strega, per impegni di lavoro in un altro luogo; ma non ho mancato la serata di ieri, quella con il vincitore della LXXI edizione del Premio Strega: Paolo Cognetti, con il romanzo "Le otto montagne", edito da Einaudi. 

Così, detto per inciso, io lo Strega lo avrei dato a Teresa Ciabatti, ma a dirla tutta, Paolo Cognetti alla fine mi va bene, dai: è simpatico e sicuramente anche bravissimo come scrittore (lo avevo sentito in un'intervista lo scorso anno e mi ero detta: toh, questo tipo secondo me è un bravo scrittore; a Roma, per la festa del libro, l'ho perso per un soffio: volevo fotografarlo ma, il tempo di finir di fare degli scatti ad una scrittrice, che lui già si era volatilizzato... ieri però a Cervo si è gentilmente prestato a fare dei brevi ma intensi posati).


Giampiero Mughini, Paolo Cognetti e Francesca Rotta Gentile














Le serate a Cervo mi piacciono molto perché amo l'atmosfera che vi si respira: per alcune ore ti sembra che in Italia ci sia ancora la voglia di leggere e l'interesse per chi scrive, ti sembra quindi di tornare indietro, agli anni Cinquanta, quando i Premi avevano un peso specifico e anche gli scrittori erano letti e i libri venivano comprati e il mondo sembrava bello più di questo in cui viviamo oggi. 

Fra uno scatto e l'altro, mentre ascolto, chiudo gli occhi e penso a quando Cervo era un borgo di villeggiatura (lo è ancora adesso, ma oggi le vacanze sono più mordi e fuggi);  a quando era un posto magico in cui alcune persone di città venivano per vacanze riposanti, all'insegna dell'otium.

Ed è proprio per una di queste persone, che veniva in vacanza qui,  che Francesca Rotta Gentile ha deciso, alcuni anni fa, di dar vita a "Cervo ti Strega".

Il progetto è nato con l'ambizione di ricollegare le case e i luoghi che, negli anni d'oro del Premio, furono dei veri e propri cenacoli di cultura: da un lato la casa romana di Maria e di Goffredo Bellonci (oggi sede della Fondazione Bellonci) e dall'altro il buen retiro cervese di Orsola Nemi e di suo marito, lo scrittore americano Henry Furst.

Orsola Nemi era un'amica della domenica e portare a Cervo un pezzettino del Premio Strega significava ridar vita, in un certo qual modo, a quell'antica amicizia fra coppie di intellettuali unite dall'amore per i libri e per la letteratura,  e rinsaldare il  legame tra il  meraviglioso borgo incantato di Cervo e la Fondazione Bellonci.

E a mio parere significa anche aprire le porte del Premio Strega ad un pubblico più vasto, il che non guasta,  perché gli scrittori i loro libri li scrivono per essere letti, anche e soprattutto da noi gente comune. 

studenti dell’Istituto Ruffini , del Liceo Vieusseux di Imperia, dell'Istituto Aicardi e del Liceo Cassini di Sanremo


© Monica Cillario

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