UNA FOTO AL GIORNO: L'ALBERO DEL PARADISO

Due anni fa, in un vaso che avevo nel mio piccolo giardinetto, è arrivata una piantina nuova, senza che io l'avessi invitata. 
Quando vivevo a Trastevere, in un altro vaso che avevo alla finestra, un giorno mi sono ritrovata un germoglio strano, che poi si è rivelato essere una piantina di acacia. Quella piantina è diventata una pianta vera e propria, che per anni mi ha fatto una piacevole ombra sul terrazzino della casa che avevo a Vicolo del Cinque. In seguito ho traslocato e l'acacia l'ho regalata ai miei ex suoceri ed ora dovrebbe essere diventata un albero che vive in un giardino di una villetta a Latina (o almeno così spero). Mi manca, ma penso che un giardino, per lei, sia meglio di un vaso e mi auguro che là dov'è sia felice.
Quando non mi aspettavo più doni dalla Natura, ecco che è arrivata questa piantina qui. All'inizio non sapevo cosa fosse, poi, crescendo, mi ha raccontato di essere un Alianthus, conosciuto anche con il nome di  Albero del Paradiso
Come si può rifiutare ospitalità ad una pianta che si chiama "Albero del Paradiso"? Non si può... e così son due anni che lei ed io ci facciamo compagnia (la porto anche con me a Nizza, quando vado là, e mi ha confidato che il clima della Costa Azzurra le piace di più, infatti quando è sul balcone di Nizza è molto allegra e mi ringrazia mettendo tanti bei rami con tante belle foglioline verdi, di un verde smeraldo molto intenso). 
Ora si sta preparando per il sonno invernale e torneremo a chiacchierare quando si risveglierà, questa primavera (o almeno così spero). 
La mia piantina mi ha raccontato che molti la definiscono pianta infestante. Che brutta cosa! Io però l'ho rassicurata e le ho detto che per me è solo una bella pianta e a casa mia è la benvenuta. 
Lei mi ha risposto che le sue origini sono molto lontane, infatti la sua famiglia viene dall'Asia, nel suo caso dalla Cina e non è vero che lei e le altre Alianthus sono infestanti; il fatto è che Madre Natura ha dato loro la capacità di riprodursi con molta facilità, ma solo perché, purtroppo, la loro vita è breve: intorno ai 50 anni infatti muoiono. Cinquant'anni di vita sono pochi persino per un essere umano, figuriamoci per una pianta. Le ho detto che mi dispiaceva, che mi sembrava triste sapere che nel regno delle piante che sono così longeve lei invece avesse così poco tempo a disposizione per vivere. Mi ha risposto che a lei non importa molto, perché la cosa più importante non è vivere a lungo, ma è vivere bene e mi ha sorriso, facendomi capire che con me lei vive bene.

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