UNA FOTO AL GIORNO: L'ARIA CHE TIRA



 Non so se in Italia hanno trasmesso l'intervista a Zineb El Rhazoui, giornalista di Charlie Hebdo. 

Zineb è ovviamente commossa per tutta questa vicinanza al giornale e alle vittime, ma è anche addolorata e arrabbiata. E giustamente. 

Giustamente sì, perché ha raccontatao che Stephane Charbonnier, ossia "Charb",  direttore di Charlie Hebdo, ha trascorso gli ultimi mesi della sua vita a bussare a tutte le porte per ottenere un aiuto per il giornale.

Charlie Hebdo, come la maggior parte delle riviste di carta stampata, navigava in cattive acque, non aveva entrate pubblicitarie e viveva solo dei proventi delle vendite, vendite che erano notevolmente diminuite.
Charb aveva chiesto aiuto a tutti, persino alla Presidenza, ma nessuno gli aveva risposto: Zineb El Rahzoui ha detto queste cose con il cuore gonfio di rabbia e dolore. Come darle torto?

Ora il giornale ha la solidarietà di tutti ... ma se l'avesse avuta prima, con molta probabilità tutto questo non sarebbe successo e comunque Charb avrebbe vissuto i suoi ultimi giorni con meno angoscia. Si sa però che del senno di poi son piene le fosse. 

Questa mattina ero dal giornalaio e mentre facevo la  fila per pagare i giornali, ho sentito almeno due persone domandare all'edicolante se poteva tenere da parte una o due copie del prossimo numero di Charlie Hebdo. L'edicolante ha risposto quello che probabilmente da giorni rispondono tutti gli edicolanti di Francia, ossia che non poteva farlo, anche perché non sapeva nemmeno quante copie gliene sarebbero arrivate "forse due, forse tre, forse nessuna".

Quando ha detto "forse nessuna" mi si è accesa una lampadina: è chiaro che mentiva, infatti alcune copie gli arriveranno, questo è sicuro. Ma è sicuro anche che c'è una speculazione idiota intorno al prossimo numero. 

Spiego meglio: siamo sinceri, Charlie Hebdo aveva una tiratura media di 60mila copie e non sempre riusciva a venderle tutte. Ora tutti lo vogliono - anche quelli che prima nemmeno ne conoscevano l'esistenza- e fra questi "tutti"ci sono anche gli edicolanti e sapete perché? Per speculazione.

 La gente però, oltre che immorale, è pure stupida: un conto è voler acquistare la rivista perché comunque la si conosceva e qualche volta la si apprezzava (la sottoscritta rientra in questa categoria, come anche molte altre persone), un conto è acquistarla per solidarietà alla rivista e ai parenti delle vittime (i proventi delle vendite andranno infatti a loro), un conto è acquistarla per speculazione. Molti, compresi alcuni edicolanti,  pensano che sarà un numero da collezione e già si immaginano di venderlo su ebay e simili. 

Mi intendo di collezionismo cartaceo e mi sento di dire che chi vuole accaparrarsi il prossimo numero di Charlie Hebdo per speculazione, oltre che farmi un po' schifo mi sembra anche cretino: avrà una tiratura di un milione di copie... troppe per farne un numero da collezione. Caso mai il numero da collezione è stato l'ultimo uscito (peraltro andato a ruba)... ma quel numero era un'altra cosa, il mondo era un'altra cosa. Tranne il mondo dei cretini: quello, qualunque fatto accada,  non cambia mai. 

©Monica Cillario

 


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