UNA FOTO AL GIORNO: 25 NOVEMBRE











Io non ci metto solo le scarpe, ci metto anche i piedi, la mente, il cuore.

Ogni 25 novembre  spero che questo mio pezzo sia ormai anacronistico, ma purtroppo di anacronistici, anno dopo anno,  ci sono solo i numeri, che aumentano invece di diminuire. Io non ho più parole, non per sfinimento o arrendevolezza, ma perché son convinta che più che le parole contino i fatti: denunciare, certo, ma aver la certezza che poi, concretamente, le Istituzioni e la società civile diano realmente una mano alle donne che denunciano, altrimenti questa giornata non sarà altro che un'occasione perduta, l'ennesima. 




Non ho avuto figli, per scelta (probabilmente sbagliata, ma ormai è andata); comunque c'era stato un periodo, lontano lontano nel tempo,  in cui un figlio lo avrei voluto, tanto, profondamente, per amore (perché i figli si devono solo fare per amore e a volte, sempre per lo stesso motivo, non si fanno). Comunque, quel figlio in realtà avrei voluto che fosse una figlia (avevamo scelto anche l'eventuale nome: Micol); volevo fosse una femmina perché avrei voluto esser per lei la madre che io non ho avuto, ma queste sono digressioni inutili, quello che voglio dire è che alla fine dei conti son contenta che Micol non ci sia perché questa, nonostante i 25 novembre di ogni anno, non è una società per donne. 
Poi, quando rifletto a mente fredda, penso che invece Micol avrebbe potuto fare la differenza, insieme con altre giovani donne;  e allora  voglio pensare che saranno proprio le tante sue coetanee (loro sì, venute al mondo), a fare la differenza e a rendere questo nostro pianeta un posto migliore; perché quando una donna riesce a vivere in un ambiente sano, giusto, equo, non violento, quando una donna riesce ad essere donna, molto semplicemente donna, la società tutta diventa migliore. 
Un abbraccio a tutte le Micol del mondo, quelle nate, quelle non nate, quelle che nasceranno. 
E un abbraccio a tutte le donne che hanno lottato e che lottano, ogni giorno, per i propri diritti calpestati. 
Ma un abbraccio ancora più grande, stretto, forte, di cuore, a tutte le donne che hanno lottato e che hanno perso, che non ce l'hanno fatta.


© Monica Cillario

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