UNA FOTO AL GIORNO: BOXE O "DELLA SOLITUDINE"



L'altra sera è stata la mia prima volta nella boxe, nel senso che per la prima volta ho fotografato una serata di incontri fra pugili professionisti; per scattare foto decenti occorre rimanere intorno al ring, il più vicino possibile e  cercare di scattare sotto le corde o comunque fra le corde; salire sopra la pedana e scattare al di sopra delle corde è sconsigliabile, perché si rischia di prendersi dei colpi. Quando il combattimento si fa duro, oltre al sudore ti arrivano schizzi di sangue e personalmente a quel punto ho cominciato a pormi diverse domande, una fra tutte: che ci faccio qui? Non rimpiango di esserci stata, ben inteso: è stata un'esperienza utile professionalmente e molto interessante sul piano umano e nel mio lavoro, o meglio, nel mio modo di lavorare, piano umano e piano professionale vanno insieme e quindi tornassi indietro lo rifarei. Ad un cero punto però, guardando il pubblico in sala e poi voltandomi a puntare l'obiettivo della mia macchina fotografica sul volto dei pugili che stavano combattendo ferocemente, ho pensato ad Edith Piaf e subito dopo mi sono domandata chissà se qualcun altro qui, ora, sta pensando a Edith Piaf e al suo Cerdan... e ad essere sincera avrei scommesso  la mia reflex che no, nessuno ci stava pensando, nemmeno uno; la sala era gremita di gente e io mi sono sentita sola come poche altre volte in vita mia. 

 © MonicaCillario, da Diario di una fotografa 

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