Una foto al giorno: solitudini metropolitane

 

 

 "Le città, come i sogni, sono costruite di desideri e di paure". Questa frase di Italo Calvino accompagna la mia vita di torinese trapiantata a Roma. L'urbe, la caput mundi -per una provinciale come me-  appena giunta qui era una metropoli ma poi è diventata solo una città e nemmeno delle più tentacolari. In fondo, a guardarla bene Roma cos'è? Una somma di tante borgate. Prendiamo Trastevere, per esempio: è un paesone dove, di giorno, tutti conoscono tutti. Ci si sente più a casa, meno soli, forse. Finché non piomba la notte.  Lo stesso si può dire per Monte Verde vecchio o San Lorenzo.

I sogni col tempo sono quasi tutti spariti, di sicuro si sono diluiti, schiariti, quasi dissolti. Le paure, ovviamente, restano e fanno compagnia alle inquietudini, quelle che nascono dal sentirsi sempre più isolati in mezzo alla gente, ai rumori, al traffico. Quelle che ti seguono quando entri in una rosticceria per comprarti una cena già pronta da riscaldare al microonde e sbocconcellare davanti alla tv o con il naso appiccicato allo schermo del pc. Quante solitudini metropolitane si incontrano in una rosticceria di quartiere. Ma un giorno ritornerà la pace e il burro abbonderà... chissà...

Ovvietà, tutte ovvietà,  ma l'umanità cos'è se non una delle più grandi ovvietà dell'Universo?



©Monica Cillario  Monica Cillario

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