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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016
DIARIO DI UNA FOTOGRAFA: UNA GIAPPONESE AL PONT VAN GOGH
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Questa ragazza è arrivata dal Giappone per vivere in uno spicchio di storia dell'arte e non l'avrei mai fotografata se non si fosse seduta lì, nel modo in cui la vedete seduta. E' stata un buon quarto d'ora ferma così, in totale ammirazione e ho capito che non era una semplice turista mordi e fuggi, no, no, lei stava sicuramente apprezzando ciò che quell'atmosfera di quel luogo le rievocava; mentre la osservavo ho pensato ad una scrittrice giapponese che amo molto, Banana Yoshimoto e mi è tornata alla mente questa frase (che ovviamente ho ricontrollato poiché ricordavo il senso ma non le parole precise): Il mondo potrà anche non esser perfetto, eppure la perfezione esiste, e si presenta sotto forme semplici, per nulla appariscenti. Arles, Gennaio 2016 (da " Diario di una fotografa " di Monica Cillario) © MonicaCillario , tutti i diritti riservati. Tutti i diritti riservati, la pubblicazione anche parziale del testo e/o di
A SPASSO CON ME: VIAGGIO AD ARLES
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Sono stata ad Arles per il mio lavoro di fotografa e per avere materiale per scrivere il mio prossimo pezzo per Osservatorio Digitale ; però Arles è anche intrinsecamente legata a Van Gogh, che vi soggiornò per un certo periodo, e siccome hanno da poco aperto la Fondation Van Gogh , ovviamente non ho perso l'occasione di visitarla: è un luogo davvero molto bello, con un'architettura moderna e animato da diversi eventi durante tutto il corso dell'anno e inoltre sono stata piacevolmente stupita da due cose. - La prima: avevo con me la mia cagnolina, di piccola taglia e che tenevo dentro una borsa, d'accordo, ma pur sempre di un cane si trattava e alla Fondazione... l'hanno lasciata entrare senza batter ciglio (ed ha potuto entrare anche quando sono ritornata la sera, per ascoltare una conferenza su un ciclo di incontri incentrati su Van Gogh, la sua opera e la sua personalità). - La seconda cosa: alla biglietteria ho dato una banconota da 10 euro per pagare
UNA FOTO AL GIORNO: DAL FINESTRINO DI UN TRENO IN CORSA #3
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UNA FOTO AL GIORNO: JARDIN DU SOUVENIR
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Giardino del Ricordo- Cimitero del Principato di Monaco A Monaco pare siano sempre più nulerosi quelli che scelgono di farsi cremare e di far mettere le loro ceneri all'interno della colonna del Giardino del Ricordo. Sinceramente la trovo una scelta intelligente ed ecologica, soprattutto se non si hanno figli che verranno a piangere sulla nostra tomba.
UNA FOTO AL GIORNO: DAL FINESTRINO DI UN TRENO IN CORSA #2
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APPUNTI DI FOTOGRAFIA
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Autoritratto con Koudelka- Arles 2016 Sono andata a trovare Graziano Arici , un amico fotografo che è amico di Josef Koudelka , ma amico proprio da anni e anni e amico proprio amico e mi raccontava che: quando è venuto ad Arles per i Rencontres , una sera sento bussare alla porta, apro e mi trovo davanti Josef; era l'ora di cena e mi ha detto "c'è un piatto di pasta anche per me"? Poi Graziano mi ha raccontato anche molte altre cose , tipo che... © MonicaCillario , dal Diario di una fotografa Tutti i diritti riservati, la pubblicazione anche parziale del testo, viola i diritti di ©
UNA FOTO AL GIORNO: SELFIE AVEC AUTOPORTRAIT
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UNA FOTO AL GIORNO: DAL FINESTRINO DI UN TRENO IN CORSA #1
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UNA FOTO AL GIORNO: BENVENUTO RAGGIO DI SOLE
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UNA STRANA GUERRA SI AGGIRA PER L'EUROPA
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Sono ritornata in Francia pochi giorni dopo gli attentati del 13 novembre ed ho avvertito un’atmosfera cupa, pesante: un’atmosfera di guerra. Questa però è una guerra nuova, diversa da quelle che conosciamo attraverso le pagine dei libri di storia. É una guerra che c’è ma non si vede, se non all’ultimo momento, quando viene illuminata dalle scintille di un kalashnikov che falcia un’intera redazione di giornale, colpevole di aver creduto alla libertà di espressione; che fredda un poliziotto, senza pietà, senza umanità, solo perché il destino, una fredda mattina di gennaio, lo ha messo sulla strada sbagliata in un momento sbagliato; che uccide gente comune, colpevole di essere ebrea e di aver deciso di far le commissioni in un supermercato kasher; o ancora, che sbriciola l’esistenza di decine di persone uscite per cenare in compagnia di amici o per ascoltare un concerto. Il fatto che sia strana, non la rende meno guerra e meno dolorosa e sanguinosa; non la rende nemmen