UNA FOTO AL GIORNO: Domenica
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Visualizzazione dei post da marzo, 2013
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UNA FOTO, UNA STORIA: Man Ray: Il Violino d'Ingres, 1924 Il violino d'Ingres Quest'opera sperimentale del fotografo e pittore americano Man Ray utilizza un cliché preso dalla sua amica e musa ispiratrice Alice Prin, più nota con il nome di Kiki di Montparnasse, il cui corpo così perfetto, come affermava lui stesso, "poteva ispirare qualunque pittore dell'Accademia". A riprova di ciò, Man Ray disegnò con matita e inchiostro di China le due "effe" per metamorfizzare in violino il corpo armonioso della modella. Il dorso chiaro della giovane donna contrasta con le due forme scure e con lo sfondo della scena. Questo capolavoro, caro ai Surrealisti per il parallelo fra il corpo di una donna e uno strumento musicale, è appertenuto per molto tempo ad André Breton, che è stato il loro capofila.
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UNA FOTO UNA NOTIZIA: Padre Gonzalo Aemilius, un San Franceso dei nostri giorni padre Gonzalo Aemilius Erano le 7 del mattino, era il giorno del primo Angelus di Papa Francesco, sulla piazza ancora semideserta c'era un mio collega fotografo e poi c'era lui, il prete che vedete nella fotografia. Aspettando che arrivasse un'altra mia amica fotografa ho cominciato a fare alcune foto alla Basilica, poi ho guardato meglio quel giovane che stava accanto all'obelisco centrale e che aveva piazzato in bella vista la bandiera uruguaiana: era allegro, gioviale e così gli ho chiesto se potevo scattargli una foto. "Certo" mi ha risposto lui con un sorriso. Ho scattato. Nè io nè lui sapevamo che nel giro di poche ore una foto che lo ritraesse sarebbe diventata molto richiesta. Non lo sapevano nemmeno i giornali a cui l'ho inviata, fra le altre prese in Piazza quel giorno. E invece quello scatto fatto per ammazzare il tempo dell'attesa è diventato una delle
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LE RIMOZIONI Ricordi Senza ricordi, senza memoria, quando le cose si fanno veramente difficili, ideali e valori diventano un cavallo sconfitto e ci si accorge che è stato sciocco puntare su di lui. Si vengono a creare degli strani periodi in cui, come per incanto, diventa più conveniente per tutti rimuovere anni della propria vita, con le amicizie, gli amori, le speranze che li hanno animati. Non si riesce a capire se la mancanza di memoria sia la causa o il sintomo della più totale sconfitta. La memoria penso sia il primo ostacolo di ogni regime. Si possono dominare completamente solo uomini senza memoria. E, come i sogni, la memoria è fatta di immagini. Forse anche l'anima è tessuta di immagini. (Tano D'Amico, da "Anima e Memoria Il legame imprendibile tra storia e fotografia")
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UNA FOTO, UNA STORIA: Henri Cartier-Bresson: Madrid, 1933 Nel 1932 il giovane Henri Cartier-Bresson decide di abbandonare la pittura per consacrarsi alla fotografia. Parte per un lungo viaggio nell'Europa dell'Est, in Italia e poi in Spagna, "cercando lungo la strada di prendere sul vivo delle fotografie come dei flagranti delitti". A Madrid, il fututo cofondatore dell'agenzia Magnum, fotografa dal basso verso l'alto un muro immacolato, forato da finestrelle che sembrano dei piccoli quadri. Su questa tela di sfondo insolito che utilizzerà più volte durante il suo soggiorno, compone una scena originale, impressionando nello scatto un passante in una linea immaginaria formata dai bambini del quartiere.