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Visualizzazione dei post da giugno, 2011

IL PORTONE

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Sono a Roma e penso a Nizza, alla casa del quartiere dei musicisti. Penso che se adesso prendessi un aereo e volassi lì e poi suonassi al portone di Rue Rossini, dove c'è l'appartamento di mia madre, non mi aprirebbe nessuno. Mia madre non c'è più, è morta; non so dov'è la sua anima ma so dov'è il suo corpo: si sta decomponendo chiuso in una bara sepolta nel cimitero di Cimiez. La morte è l'unica cosa certa che abbiamo nella nostra vita, però, ogni volta che muore qualcuno che ci è stato caro (magari ci ha fatto soffrire maledettamente, ma gli abbiamo voluto bene), ogni volta che ciò accade, soffriamo e ci disperiamo e ci domandiamo " perché?"  quasi stupiti che quest'unica cosa ineluttabile e certa sia accaduta. Sapevo che lei era gravemente malata e sapevo che sarebbe morta in pochi mesi, ma quando è successo non sono riuscita a contenere il mio stupore. Stupore sì, in effetti ero più stupita che addolorata, ero stupita e stordita. Il dolore è